24/10/13

Intervista sul blog Cipria e Merletti




Ci hanno intervistato sul blog CIPRIA E MELETTTI, ecco una piccola anteprima dell'intervista:



INTERVISTA DI C&M ALLE AUTRICI


C&M: La scrittura a quattro mani è diversa da quella individuale. Era la vostra prima esperienza in tal senso? Potete descrivere ai nostri lettori cosa significa praticamente scrivere un libro insieme ad un’altra persona e quali difficoltà – e vantaggi – comporta?

M. Era la prima volta che ci cimentavano nella scrittura a quattro mani, e all’inizio prendere il ritmo può essere un poco difficile, poiché ognuna ha il proprio stile e la propria visione dei personaggi. Bisogna costruirsi una buona scaletta suddividersi bene i capitoli, poi piano piano dopo i primi capitoli si inizia a prenderci la mano, e a correggersi l’un l’altra per creare uno stile unitario in tutto il romanzo. Non bisogna mai smettere di confrontarsi. A volte capitava che per un capitolo impiegassimo giorni per arrivare alla stesura definitiva, rimbalzandocelo a vicenda più volte, ma poi il risultato era sempre migliore della prima versione. Scrivere in due aiuta molto la prospettiva dello scrittore, hai subito un lettore pronto a dirti ciò che è chiaro e ciò che non lo è. Inoltre hai sempre qualcuno che ti sprona nei tuoi momenti di stallo.
F. Condivido ciò che ha detto Mary e aggiungo che dopo ogni dibattito il romanzo era più forte. Quando non eravamo d'accordo su un passaggio, dopo aver discusso e limato gli spigoli, nasceva sempre qualcosa di nuovo ed enormemente più stimolante. Quindi, sebbene questa sia stata la nostra prima esperienza in tandem, trovo sia stata una scelta ardita, ma che ha premiato i nostri sforzi con un risultato che spero apprezzerete.

C&M: Perché scegliere di scrivere con dei nom del plum e come avete scelto i vostri?

M. E’ un omaggio alle nostre scrittrici di romance preferite, quasi tutte anglosassoni. Io adoro Mary Balogh, mi chiamo Mariachiara, perciò scegliere il nome Mary è stato automatico.
F. Io mi chiamo Francesca, da qui Frances, amo infinitamente l'Irlanda, l'Inghilterra e la Scozia (proprio ora, mentre rispondo all'intervista) sono sul volo di ritorno da Knok). Adoro la letteratura anglosassone in genere, perciò trovare un nome anglofono mi ha portata virtualmente nella terra che amo.

C&M: Cosa vi ha spinto ad iniziare come scrittrici proprio nel genere Harmony?

M. Entrambe abbiamo già scritto, autonomamente, romanzi di altri genere, e vari racconti. Quando ci è venuta l’idea di tentare l’avventura della scrittura in coppia, abbiamo pensato che valesse la pena tentare di scrivere un libro di un genere che avesse un vasto pubblico, e fosse commerciale, e visto che entrambe siamo avide lettrici di romance, abbiamo scelto quello.
F. Abbiamo confrontato le nostre esperienze, ci siamo documentate su quale fosse un genere gradito agli editori e al pubblico. Abbiamo concordato di tentare con Harlequin, che ha nella propria scuderia alcune autrici italiane di successo. Che dire? È andata bene! Siamo state scelte!

C&M: Quali sono le differenze tra scrivere un romanzo harmony rispetto ad un romanzo di narrativa “normale”? Comporta diversità nella trama, nello stile di scrittura, nelle scene raccontate e nella creazione dei personaggi? Come si risolvono questi fattori?

M. Io non ho trovato grandi differenze. Ho scritto romanzi rosa contemporanei, paranormal, e fantasy, e forse ho trovato tra tutti più ostico il fantasy che comporta la creazione di un intero mondo con delle regole proprie. Se scrivi un genere che conosci bene grazie a molte letture sai già come muoverti. Naturalmente il romance storico prevede alcuni punti fermi, come scene d’amore e un lieto fine, e delle ricerche storiche.
F. Ci sono dei vincoli naturalmente, che sono sotto gli occhi di tutti, lettrici comprese: ci deve essere il lieto fine, i due protagonisti devono avere costantemente i riflettori puntati contro. Questi e altri aspetti sono i requisiti fondamentali del genere romance, accettarli per me non è stato difficile.
 
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